Criminali Come Noi
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A non perdere mai la grazia e la leggerezza di Criminali come noi, contribuiscono i formidabili attori, come Ricardo Darin, che dopo aver esordito nelle telenovelas è stato diretto da autori come Juan José Campanella ne Il figlio della sposa e Il segreto dei suoi occhi; Luis Brandoni, attore teatrale impegnato in politica, che abbiamo apprezzato lo scorso anno ne Il mio capolavoro; Chino Darin, figlio di Ricardo e protagonista di Morte a Buenos Aires; Rita Cortese, che ha recitato anche in un film italiano Scusate il disturbo con Lino Banfi e Lino Toffolo; Andres Parra, noto al grande pubblico per aver aver interpretato Hugo Chavez nella serie El Comandante.
Criminali come noi ha vinto nel gennaio scorso il premio Goya per il Miglior Film ispanoamericano, dopo aver partecipato al Toronto Film Festival e al San Sebastian Film Festival. Il regista, Sebastian Borensztein, nato a Buenos Aires nel 1963, è noto per Cosa piove dal cielo, anch'esso insignito del premio Goya come Miglior film latinoamericano. Tra i suoi lavori Koblic, Sin memoria e La suerte esta echada. Prima di dedicarsi al cinema, Borensztein ha lavorato molto in televisione.
Il regista argentino riesce così a declinare gli elementi di un genere in salsa argentina, non lasciando che questo possa essere un ostacolo ad un pubblico più vasto. Ci sono gli alti e i bassi, ci sono soluzioni narrative poco realistiche, ma in sostanza Criminali come noi è un film estremamente onesto e ben fatto, anche per il solo fatto di ispirarsi, in un passaggio cruciale della rapina, ad un vecchio film in cassetta con la soluzione in bella vista.
Un vero peccato, perché questo film ha un'ambientazione eccellente (che a volte richiama i western firmati, ad esempio, dai fratelli Coen), attori capaci (che devono confrontarsi con qualche caricatura esagerata) e diversi dialoghi brillanti, come ad esempio quella frase pronunciata da uno dei suoi personaggi perdenti: \"I figli di puttana non si sentono figli di puttana\".
Siamo nell'anno 2001 e l'Argentina ha subito un dissesto economico e finanziario che ha mandato in bancarotta milioni di persone gettandole nella disperazione. È in questo contesto che un gruppo di individui provenienti da contesti socioeconomici tra i più disparati decide di fare squadra per sfidare l'establishment, rappresentato in questo caso dall'avvocato Manzi e dal direttore di banca Alvarado. Il loro obiettivo è riprendersi il sogno di cui sono stati brutalmente privati portando a termine con successo un piano che non sono neanche lontanamente qualificati per mettere in atto. È una fantasia, un'ideale a cui aspirare, ma è anche un'impresa altamente improbabile e come tale esercita una singolare forza magnetica. Il viaggio che deve intraprendere questo gruppo di comuni mortali per fronteggiare il sistema è il fulcro della narrazione. In certi momenti della storia e in alcuni tratti dei personaggi, ci sono passaggi che possono essere associati al neorealismo italiano e rendono facile l'empatia per l'intera vicenda narrata. Sono anche tentato di dire che il film si iscrive nel genere commedia, ma quando sono sul punto di farlo immancabilmente penso ai tasselli oscuri e drammatici che costituiscono la struttura di alcuni momenti della trama. In quei passaggi, ho cercato di stabilire una connessione profonda con le emozioni, evitando ogni tentazione melodrammatica.
Criminali come noi è un film diretto da Sebastián Borensztein, con Ricardo Darín e Luis Brandoni, che arriverà al cinema il 20 febbraio 2020, distribuito da BIM Distribuzione.
Dove vedere Criminali come noi in diretta tv e in streaming Appuntamento questa sera, giovedì 22 settembre 2022, alle ore 21.25 su Rai 3 in prima visione. Il film è visibile al tasto 3 del digitale terrestre, 103 di Sky. Se non siete a casa, potete seguire la diretta streaming su Rai Play.
Il cast di Criminali come noi è così composto: Ricardo Darín è Fermín Perlassi, Luis Brandoni è Antonio Fontana, Chino Darín è Rodrigo Perlassi, Verónica Llinás è Lidia Perlassi, Daniel Aráoz è Rolo Belaúnde, Carlos Belloso è Medina, Marco Caponi è Hernán, Rita Cortese è Carmen Largio, mentre Andrés Parra è Fortunato Manzi.
Il grado di raffinatezza di un regista come Sebastián Borensztein è per intenditori e cinefili dalla buona memoria; il suo Criminali come noi è una commedia brillante e immediata, che qua e là sa nascondere piccoli tocchi di gran classe. Un esempio su tutti: il film si apre con un voice over dell'attore argentino Ricardo Darín, che racconta in sintesi come il suo personaggio e un gruppo di amici si siano ritrovati in una situazione paradossale.
È un'odissea quella raccontata da Borensztein, una di quelle che dal particolare riesce a ritrarre il nazionale e lo storico. Il gruppo di protagonisti di Criminali come noi viene truffato e si ritrova a pagarne le conseguenze durante la grande crisi economia del 2001. Sebbene rimanga sullo sfondo, il crack economico del paese è uno dei grandi protagonisti del film: la situazione in cui si ritrovano un gruppo di onesti cittadini di un piccolo centro argentino di campagna è infatti originata dall'imminente tracollo del sistema bancario argentino ed è resa possibile dal divario informativo che esiste tra i risparmiatori e il dirigente del loro istituto finanziario.
Il film racconta con grande humour il tentativo di rivalsa degli stessi, ma è difficile non notare come la storia (ispirata dal romanzo La noche de la Usina di Eduardo Sacheri) si presti ad essere una grande metafora. Di certo il pubblico argentino l'ha vissuta come tale e forse anche come esperienza catartica: il film in patria è infatti tra i più visti del 2019.
Criminali come noi è tratto da una storia vera Criminali come noi è l'adattamento del romanzo La noche de la Usina di Eduardo Sacheri. La vicenda raccontata è fittizia, ma ricostruisce l'atmosfera generale in Argentina durante la grande depressione del 2001. All'epoca venne stabilito il Corralito, ovvero la restrizione al prelievo di contante dai conti corrente, al centro della storia.
Criminali come noi però è un racconto che ha molto da dire anche in Italia. Un po' perché il nostro popolo è noto per la sua scarsa alfabetizzazione finanziaria, che lo espone a truffe e raggiri come quello raccontato nel film. Un po' perché pellicole incentrate su uomini onesti costretti a comportarsi da criminali per ottenere giustizia sono il pane quotidiano del cinema italiano; non è poi così azzardato dire che Criminali come noi sia lo Smetto quando voglio argentino. Soprattutto perché purtroppo in Italia ci sono pochissimi registi che credono in questo approccio tipicamente sudamericano alla Storia e al suo racconto.
Eppure pellicole brillanti come Criminali come noi provano quanto - piuttosto che infliggere una minuziosa ma pesante ricostruzione storica di taglio drammatico al pubblico - un'altra via è possibile: quella del film brillante che nasconde in sé una critica anche feroce della storia recente di una nazione. Vedendo il nuovo film di Sebastián Borensztein non ho potuto che pensare a L'angelo del crimine di Luis Ortega; un altro film argentino di genere (in questo caso siamo a cavallo tra crime e noir) che attraverso il racconto delle azioni di un giovane serial killer ritraeva il potere coercitivo e corrotto nell'Argentina degli anni '70.
Criminali come noi fa ridere, ma di quel riso che al contempo stringe il cuore. Non c'è pietismo da parte di Sebastián Borensztein, che anzi mette da subito sul banco d'accusa i suoi protagonisti. La voce fuori campo di Ricardo Darín - sempre più l'attore argentino per antonomasia - stabilisce che quanto viene narrato è stato possibile perché lui e i suoi concittadini sono dei tonti. Tonti, ignavi, ingenui; sognatori che scelgono il momento peggiore possibile per trasformare i loro desideri in realtà.
Criminali come noiArgentina, 2001. Un gruppo di abitanti di una piccola cittadina raccoglie i propri risparmi per un progetto da sogno e li affida a una banca locale. Un avvocato senza scrupoli, ...Apri scheda
Non è la prima volta che noi di Legambiente segnaliamo queste azioni criminali come documentato da anni dai nostri dossier - dice Umberto Mazzantini, responsabile mare di Legambiente Toscana - In un Paese civile non dovrebbe essere così, dato che Giannutri fa parte del Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano. Ma la realtà è ben diversa. La mancata istituzione dell'Area marina protetta che a Giannutri doveva essere realizzata da 30 anni, ha reso il mare di Giannutri un \"limbo\" amministrativo protetto solo sulla carta. Le Forze dell'ordine, con gli scarsi mezzi a disposizione, raramente possono controllare il mare dell'Isola e questo favorisce i pescatori di frodo che sanno bene che molto difficilmente verranno scoperti. In questo modo alcuni pescatori disonesti del continente, scegliendo accuratamente modi e tempi, vanno a depredare e distruggere i fondali di Giannutri contando sull'impunità. Comunque una \"pesca miracolosa\" nelle acque dell'isola vale il rischio di essere beccati o di \"perdere\" una rete o altri attrezzi da pesca.
Con il lockdown anche i criminali restano a casa e passano molto tempo online a studiare nuovi modi per raggirare le persone. Ecco la semplice spiegazione del forte aumento dei reati legati alle frodi via internet.
Complici in questa attività criminosa sono i social media, facile veicolo per la promozione di prodotti di ogni tipo, attraverso cui i criminali riescono ad attirare utenti e a sottrarre loro dettagli su carte di credito o a richiedergli pagamenti anticipati. 59ce067264
https://www.cissbigdata.org/group/trial-group/discussion/1be226f8-dcf6-41c9-829f-272b8c41dbfd